
La Masseria Citulo
L'azienda agrituristica "il Pino Grande", sita a 4 Km. da Castel del Monte e all'interno del Parco Nazionale dell'Alta Murgia, fa parte dell'antico complesso rurale e pastorizio denominato "Citulo", posto ai piedi del monte Savignano (mt. 653) e di Monte Caccia (mt. 679), i punti più alti della Puglia, se si eccettua l'area del Gargano e della Daunia.
Se alcuni scavi archeologici degli ultimi decenni, effettuati specialmente nella vicina località di "s. Magno", hanno evidenziato la presenza di sepolture risalenti all'epoca della prima età del ferro (secc. X-VIII a.C.), il ritrovamento nella zona di alcune monete e di vasellame vario rende certi dell'esistenza di attività produttive agricole e pastorizie intorno ad alcuni villaggi rurali (vici) ancora esistenti nell'epoca tardo-antica (III sec. d.C.).
Eredi di tali vocazioni economiche sono indubbiamente da considerarsi i numerosi ovili (jazzi) e masserie (tra cui la masseria detta "Citulo") presenti in zona.
In epoca più moderna il territorio, soggetto già alla signoria feudale dei Carafa, duchi di Andria e conti di Ruvo, a seguito del processo di privatizzazione delle terre demaniali, divenne in genere possesso di notabili o di esponenti della grande borghesia agraria che, non di rado, costruirono qui le loro dimore estive.
L'attività ricettiva e agrituristica de "il Pino Grande" è posta in una di queste dimore padronali, costruite in calda pietra locale, di cui è punteggiato il territorio.
L'edificio, certamente il più importante e il più antico della masseria"Citulo", alla luce dei recenti lavori di ristrutturazione ha rivelato l'esistenza di un corpo iniziale, forse già ampliato nei primi anni del ‘700, a cui si sono aggiunte via via altre strutture fino alla grande trasformazione ad abitazione padronale terminata nel 1859. Esso così si pone al centro di un insediamento produttivo che fino alla metà del ‘900 vedeva la presenza da marzo a novembre di ca. 300 lavoranti avventizi che, in aggiunta agli addetti all'allevamento di bovini, di ovini e di altri animali da bassa corte, si occupava delle colture tipiche del luogo, cioè viti, seminativi vari e mandorli.